Difetto dato dal tappo di sughero

Il difetto del tappo di sughero rappresenta ancora un difetto importante nei vini imbottigliati con questa chiusura. Nonostante i notevoli progressi realizzati dalle aziende produttrici di sughero e le innovative tecniche di pulizia del sughero, questo problema rimane ancora attuale. In quanto prodotto naturale ottenuto dalla corteccia dell’albero, il sughero può ospitare diverse comunità microbiche, presenti sopratutto nei pori, noti come lenticelle, che inevitabilmente sono luoghi dove i microrganismi possono risiedere. Questa presenza microbica può causare un difetto di muffa, causato principalmente dalla presenza di un composto chiamato 2,4,6-tricloroanisolo (TCA). Durante la selezione della corteccia, a volte si individuano aree che devono essere eliminate per limitare il problema.

Questo difetto comunemente noto come “gusto di tappo” è causato principalmente dalla presenza di composti chimici volatili chiamati cloroanisoli, il più noto dei quali è il 2,4,6-tricloroanisolo (TCA). Il TCA ed i composti simili possono essere percepiti anche a concentrazioni molto basse, dell’ordine di poche parti per trilione. Il risultato è un caratteristico odore che può variare da lievi note di muffa, umidità o carta bagnata fino a odori più intensi e sgradevoli che possono essere descritti come simili a quelli di cantine umide, vestiti vecchi ecc. Purtroppo il gusto di tappo non solo aggiunge odori sgradevoli al vino, ma può anche sopprimere o mascherare gli aromi varietali, le sensazioni fruttate e di freschezza, causando la perdita della complessità e della piacevolezza del vino. In termini di percezione, alcuni consumatori possono rilevare il TCA a soglie molto basse e trovare il vino inaccettabile, mentre altri possono non riconoscerlo affatto.

Per arginare questo problema, i produttori di tappi di sughero hanno introdotto metodi di trattamento e di selezione migliorati, trattamenti di pulizia e sanificazione migliorati, compreso l’utilizzo di anidride carbonica supercritica per pulire i tappi. Il mercato ha visto un anche un aumento dell’uso di tappi alternativi, come tappi a vite, tappi sintetici e tappi tecnici (a base di microgranina di sughero e polimeri plastici), che sono stati studiati per ridurre o eliminare il rischio di contaminazione da TCA.

Diversi studi hanno indagato sulla presenza e diffusione del gusto di tappo di sughero, ci sono numerose pubblicazioni che dimostrano come in passato fosse il problema fosse molto importante, spesso superiore al 5% delle bottiglie chiuse con sughero. Negli anni ’90, c’è stato un enorme aumento della domanda di sughero, causato dall’espansione dell’industria vinicola globale, con tassi di vino imbottigliato di tutto rispetto, e dalla mancanza di chiusure alternative. Alcuni ipotizzano che questa grande espansione abbia portato a una diminuzione della qualità e ad un aumento dei livelli di difettosità del sughero.

Il problema era così grave che molti produttori di vino australiani e neozelandesi sono passati quasi interamente dal sughero al tappo a vite nei primi anni 2000, con un’impiego anche su vini premium.

Ai giorni nostri, sembra che il difetto “gusto di tappo” sia a livelli molto più bassi, si dovrebbe attestare tra 1 e 3% delle bottiglie chiuse con tappi di sughero.

Esistono diverse alternative al sughero che hanno conquistato una buona quota di mercato.

  • I tappi a vite sono ben consolidati e dispongono di diversi tipi di guarnizioni che offrono differenti livelli di trasmissione dell’ossigeno.
  • I tappi tecnici composti da microgranina (piccoli granuli di sughero) combinata con colla alimentare e microparticelle di plastica, prodotti con un processo di sanificazione che impiega anidride carbonica supercritica (una combinazione di pressione e temperatura che le conferisce il potere sanificante di un liquido ma la capacità di penetrazione di un gas), garantisce l’assenza di contaminazione, e la chiusura ha aspetto e caratteristiche meccaniche molto simili a quella di un tappo di sughero. Esiste in una gamma di densità di composizione che offre una scelta di livelli di trasmissione dell’ossigeno.
  • I tappi in polimeri sintetici, talvolta anche mescolati con polimeri di origine vegetale, che possono rappresentare una valida alternativa alle chiusure tradizionali, garantendo qualità meccaniche costanti, ed un passaggio di ossigeno calibrato per ogni tipologia di chiusura.

Ma quale tappo devo scegliere per il mio vino?

Non esiste una chiusura migliore di altre, dipende dalla filosofia aziendale, dalla tipologia di vino, dal profilo del consumatore al quale ci di rivolge, dal mercato di riferimento, e dalla comunicazione aziendale adottata.

Cosa ti offre Tecnobolle?

Il servizio mobile offerto da Tecnobolle permette la chiusura con tutte le tipologie di tappo, così come è possibile nella singola giornata lavorativa, cambiare il tipo di chiusura, ad esempio da tappo raso a vite in tempi molto brevi. Quindi puoi scegliere senza problemi la tipologia di chiusura che preferisci, potendo contare su sistemi di tappatura di ultima generazione che in funzione delle diverse chiusure sono in grado di gestire al meglio i gas presenti nello spazio di testa, operando con il vuoto nel caso di tappo raso (di sughero naturale, microgranina o materiale plastico), oppure mediante iniezione di gas inerte (generalmente azoto) nel caso di chiusura con tappo a vite.